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Bianco e azzurro
Ginestre e mentastri, orti recintati da muri a secco e larghi frutte-ti segnano la strada che sale verso la Selva di Fasano in provincia di Brindisi, mentre sotto si stende sempre più ampia la piana di ulivi che corre fino al mare. Sull'ultimo sperone dell'altopiano la Selva guarda la Murgia dei trulli: siamo nel cuore della Puglia.
Eppure il Sud è lontano, è altrove.
In questi luoghi il sole non ha luce carnale, l'estate non ha il senso di lutto della spietata estate siciliana, i colori sono tersi ma graduati, riposanti, composti. L'atmosfera locale non aggredisce il visitatore con la violenza dei contrasti, non c'è esibizione di tinte forti.

Le città sono raccolte, pulite, ordinate;la borghesia urbana rispettabile, timorata, decisamente provinciale: una aristocrazia di censo o di sangue appartata che si tramanda quietamente ville sontuose e terre nitidamente delineate, coltivate, iscritte nello scenario naturale.Il resto della popolazione è quieta,dignitosa(anche nella povertà),a volte si direbbe distratta.
Pure i più piccoli villaggi sono dignitosi e irreprensibili,senza nulla di sciatto, come se un naturale ritegno inducesse gli abitanti a non mostrare della propria umanità che l'aspetto civico.
Ognuno di questi villaggi, ognuna di queste cittadine è un 'avventura intellettuale: un 'avventura dominata dall'emozione che suscita un mondo dove la mano dell'uomo ha solo creato senza mai distruggere, quasi trattenuta da un 'antica e sempre presente coscienza della propria misura.

Dalla preistoria a oggi corre un filo ininterrotto e visibile, ogni esperienza storica ha lasciato una traccia che la successiva non ha soverchiato, «e per chi sa vedere — ha scritto un giornalista - si aprono talvolta spiragli limpidi e vertiginosi sui baratri del tempo, dove il passato remotissimo traspare nitido come i profili dei villaggi neolitici nelle aerofotografìe del basso Salento». La stessa impressione di tempo rarefatto, trascorso senza lasciare scorie, di trasparenze senza inganni ottici si prova dinanzi alle pesanti facciate barocche dei palazzi pugliesi, alle chiese di Lecce e ai disegni delle strade che costeggiano conche, campi, uliveti, orti e dune, di paese in paese, di città in città.

Lecce. Da questa città emblema del provincialismo più civile, chiusa entro la propria bellezza, inizia, come in un gioco di specchi, una Puglia dentro la Puglia, quasi il concentrato di un'essenza. È la regione del Basso Salento che da Lecce si stende fino Otranto, Gallipoli, Santa Maria di Leuca, estrema punta sul Mediterraneo.Una regione inclinata tra i due mari, bassa sullo Ionio, alta sull'Adriatico, un panorama fatto di spazio, sole e mare. Sul mare le dune digradano tra fiori e cespugli. Non c’è traccia di stabilimenti, di capanni, di ingombri turistici.
Ecco, si può dire, il mare com'era mille, tremila anni fa. Un mare senza storia. Si capisce guardandosi intorno.Misurando la magnificenza di una natura non costretta in moderne dimensioni paesistiche e ascoltando un silenzio che il passare delle poche automobili esalta e sottolinea,ci si rende conto come questa terra fosse già antichissima quando i Greci vi si trasferirono.
Il grattacielo di Gallipoli, infilato come uno spillo nel cuore di un borgo marinaro, perfetto col suo porto e i suoi vicoli barocchi, pieni di vita e di mercati e di odore di pesce, fra quinte di pietra lavorata che lasciano intravedere il mare da portali traforati e anditi scuri, è forse l'unico elemento contraddittorio lungo tutto l'itinerario ionico fino a Santa Maria di Leuca, cosparso di case e casette che punteggiano di bianco la campagna e la costa, bianco su verde di campi e argento di ulivi, bianco su azzurro mare e giallo di sabbie.

E giunti all'estremità della terra, al capo di Santa Maria di Leuca, ecco la risalita improvvisa verso la parte elevata della regione, quella sull'Adriatico. Una terrazza, un portico, un faro, una chiesa, e tra gli anfratti rocciosi il villaggio. Poi si riprende il viaggio.
Il paesaggio cambia: alte rupi a picco sul mare, roccia bianca a specchio su un 'acqua, ora di un azzurro più verde che nello Ionio, ospitano di tanto in tanto raccolte insenature sabbiose.
Il paesaggio cambia, ma l'atmosfera resta immutata. Niente stabilimenti, niente ingombri qualsivoglia. Si direbbe che gli abitanti di questa regione rifiutino l'idea di far mercato di questo cielo e di questi colori.
E in questo luminoso, e quasi irreale, paesaggio marino il bianco e l'azzurro raggiungono la completezza del colore.

EDGARDO BARTOLI
 
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